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Domenica di Pasqua 2025

“E vide e credette”, con queste parole l’evangelista Giovanni, il discepolo amato dal Signore, testimonia la sua fede nella risurrezione. Cosa vide? Una tomba vuota, “i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte”. Poca cosa, diremmo noi, per poter affermare un evento così sconvolgente quale il risorgere da morte. Eppure tutti e quattro gli Evangelisti concordano nel dare come primo segno della risurrezione di Cristo la tomba vuota. I Vangeli parlano a noi, a tutti coloro che nel tempo si avvicineranno alla fede in Cristo e non possono non indicare la prima strada per incontrare il Vivente.

Gesù, dopo questo primo momento si manifesterà ai suoi discepoli, li confermerà nella sua risurrezione perché potessero dare testimonianza piena a tutti,testimonianza che suggelleranno con il martirio. Ma l’incontro con il Risorto sara il cuore della fede per chiunque, in ogni tempo, si farà suo discepolo, perché la fede del cristiano, dobbiamo sempre ripetercelo, non è frutto di un ragionamento, ma di un incontro.

Come si realizza un tale incontro? Il Vangelo ci dice, non vedrai il Signore così come si può vedere una qualunque persona, ma lo vedrai nei segni. La pagina di oggi ci dice anche quale deve essere lo stato d’animo per essere capaci di riconoscere i segni.

La Maddalena va la sepolcro quando era ancora buio, è impaziente, non si dà pace, il suo Maestro è stato ucciso, il corpo messo in un sepolcro. Lei decide di andarvi, va a piangere sulla tomba di Gesù – il Vangelo di Giovanni non parla degli oli profumati portati per avere cura del cadavere, ma ogni evangelista ci consegna delle sfumature con cui educarci a coltivare la fede -, si potrebbe dire: era necessario che andasse alla tomba, gesto che presentava anche dei pericoli? Eppure se la Maddalena non fosse andata a piange sulla tomba non ci sarebbe stato l’annuncio sconvolgente. Cosa la muove ad andare a piangere sulla tomba dell’amico? L’amore verso di Lui. Dalla scoperta della tomba vuota, in pochi versetti che seguono,incontriamo due volte il verbo “correre”, corre la Maddalena da Pietro e Giovanni e questi a loro volta corrono verso il sepolcro. Chi è che corre? Chi correrebbe verso una tomba, che è stabile, ferma? Chi porta un desiderio dentro che rivela un legame d’amore. Chi ama corre, pensiamo a un bambino che vede il papà, a due fidanzati che si rincontrano, magari in una stazione.

Nei giorni della passione del Signore abbiamo meditato sull’amore che Dio in Gesù riversa su di noi, ora nella risurrezione siamo chiamati noi a dire il nostro amore verso di Lui. Allora il Vangelo ci fa porre una domanda: verso cosa corro nella mia vita? Se corro, o rincorro, l’affermazione sociale, o la ricchezza, o il potere, o l’affermazione del proprio io, se rincorro la spregiudicatezza che mi fa scartare gli altri o l’evasione in cose alienanti, o il successo che mi gratifica di tanti like, di certo non riconoscerò i segni del Risorto e, purtroppo, dopo magari momenti esaltanti mi ritrovo nel vuoto di un animo triste.

Questo avviene nella nostra vita personale, ma di questi atteggiamenti si rischia sempre di modellare intere società creando disparità intollerabili, ingiustizie e violenza. Non si incontra Dio, il Vivente, quando non esprimiamo amore, ma lo invochiamo perché stia dalla nostra parte mentre agiamo per nostri interessi e calpestiamo la vita altrui. Il comandamento “Non nominare il nome di Dio invano”, non lo dobbiamo pensare tanto per quei momenti di rabbia in cui si sbotta con una bestemmia, ma quando uccido in nome di Dio, quando governo con arroganza in nome di Dio. Allora forse dovremo riprendere una canzone dei Nomadi: “Dio è morto”.

Ma il terzo giorno è risorto! Cosa ha voluto trasmetterci l’evangelista parlando dei teli e del sudario in ordine? Certo voleva dirci che non è stato un atto di trafugamento, le cose non sarebbero state messe in ordine, ma come affermare la risurrezione su questo? Le cose in ordine ci dicono cura, e Giovanni riconosce in quella cura la mano del Risorto: Gesù è vivo! Allora cerchiamo i segni della cura che Dio pone nell’umanità e che passano attraverso i tanti gesti di attenzione che altri pongono, soprattutto quando questi gesti hanno la loro ispirazione nella fede.

Come posso sensibilizzarmi a riconoscere i segni della cura del Risorto? Potrei sbagliare, potrei equivocare. Ancora ci viene incontro il Vangelo. Giovanni annota:”Infatti non avevano ancora compreso le Scritture”. Oggi si fa fatica a credere nella risurrezione, molti si professano cristiani cattolici perché ne condividono i valori, ma non credono in una vita ultraterrena, dimenticando che quei valori che hanno dato forma al pensiero occidentale che nei suoi principi tende alla giustizia, pace,fraternità e accoglienza, sono fondati sulla risurrezione di Cristo. È la familiarità con la Sacra Scrittura che penetra nel cuore, lo infiamma, lo trasforma e porta a sedersi a mensa con Lui dove torna a spezzare il pane. E condividendo la fede con la comunità dei discepoli che la Parola diventa viva e incontro il volo del Risorto.

Pasqua